Biografia
Vivian Maier (New York, 1º febbraio 1926 – Chicago, 21 aprile 2009) è stata una fotografa statunitense, della cui attività artistica si sapeva ben poco fino a pochi anni fa. Ha trascorso gran parte della sua infanzia in Francia, prima di tornare negli Stati Uniti nel 1951. Vivian Maier era una bambinaia e governante presso famiglie benestanti di Chicago, riservata, taciturna e piuttosto severa, all’antica si potrebbe dire, che nel tempo libero passava le sue giornate camminando per le strade della città e scattando fotografie, il più delle volte con una Rolleiflex.
Non c’è traccia di una sua vita sentimentale, non pare avesse amici, era solitaria e indipendente. Non scriveva diari e non ha lasciato dietro di sé una sola frase degna di memoria. Le piaceva viaggiare, naturalmente sola: una volta fece il giro del mondo, scattando fotografie a Los Angeles, Manila, Bangkok, Pechino, Egitto, Italia e nel sud-ovest americano
Come per altri artisti rimasti sconosciuti o semisconosciuti durante la loro vita, Vivian Maier e, soprattutto, la sua vasta quantità di negativi (si è calcolato che si aggirino attorno ai 150.000, spesso neanche sviluppati) è stata scoperta meno di dieci anni fa per la tenacia di un giornalista, John Maloof, anche lui americano.Si formò da autodidatta e si specializzò in un genere favorito dalla diffusione di nuove macchine fotografiche più comode da trasportare e semplici da usare, la street photography.
Le sue fotografie, per la maggior parte nemmeno sviluppate, sono rimaste sconosciute al mondo fino al 2007, anno in cui sono state scoperte in maniera rocambolesca e casuale da un ventiseienne agente immobiliare, storico e collezionista di Chicago, John Maloof, il quale acquistò da una casa d’aste 30.000 tra pellicole negative e stampe, contenute in alcuni scatoloni che erano stati venduti quando probabilmente la Maier non era più in grado di pagare l’affitto del deposito in cui li aveva riposti.
Maloof, nel 2007, volendo scrivere un libro sulla città di Chicago e avendo poco materiale iconografico a disposizione, decise di comprare una enorme cassa consunta ad una vendita d’asta, sapendo solo che era appartenuta ad una donna che si era dilettata di fotografia nel suo tempo libero. La cassa gli costò appena 380 dollari. Al suo interno scoprì centinaia di negativi e decine di rullini ancora da sviluppare. Incuriosito dallo straordinario ritrovamento volle saperne di più sulla donna a cui era appartenuta la cassa. Venne a sapere che Vivian Maier aveva lavorato per tutta la vita come bambinaia soprattutto nella città di Chicago. Durante le giornate libere o i periodi di vacanza era solita scattare foto della vita quotidiana di città come New York, Chicago e Los Angeles.
La maggior parte delle sue foto sono “street photos” ante litteram e può essere considerata un po’ una precorritrice di questo genere fotografico. Inoltre, scattò moltissimi autoritratti, caratterizzati dal fatto che non guardava mai direttamente verso l’obiettivo, utilizzando spesso specchi o vetrine di negozi come superficie riflettente. La sua vita può essere paragonata un po’ a quella della poetessa americana Emily Dickinson, che scrisse le sue riflessioni e le sue poesie senza mai pubblicarle e, anzi, a volte, nascondendole in posti impensati, dove furono ritrovate dopo la sua morte.
Dal momento della sua scoperta, Maloof ha svolto una instancabile attività di divulgazione della sua opera fotografica, organizzando mostre itineranti per tutto il mondo. Vivian Maier, per scattare le sue immagini, utilizzava una macchina fotografica Rolleiflex. È stata una donna che ha coltivato la passione nel proprio isolamento, in mancanza di quei riscontri oggettivi che aiutano chiunque in un percorso di crescita.
Vivian Maier muore nel 2009 in silenzio e solitudine. La sua vita e il suo lavoro sono stati oggetto di libri e documentari. Rimane però che alcune fotografie di Vivian Maier sono scatti davvero eccezionali, per equilibrio, armonia, esattezza finale.