Anticipata ormai da anni e attesa dagli affezionati del brand, è finalmente stata annunciata la prima Full Frame digitale di Ricoh: Pentax K-1.
Il corpo è in lega di magnesio, robusto e leggero come da tradizione, e ben tropicalizzato con 87 guarnizioni per resistere al gelo, all’acqua e alla polvere. Il sensore ha 36,2MP senza filtro lowpass e può scattare anche in modalità APS-C con crop a 15MP. Il filtro AA viene simulato all’occorrenza con una piccola vibrazione del sensore, che riduce il moiré introducendo una leggerissima sfocatura. La sensibilità raggiunge i 204.800 ISO.
Uno stabilizzatore di nuova generazione
La K-1 monta il sistema Shake Reduction di seconda generazione, essendo la prima reflex con stabilizzazione 5 assi sul sensore. Questo offre un recupero di 5 stop secondo i calcoli standard del CIPA. Il movimento del sensore viene anche sfruttato per la funzione alta risoluzione con Pixel-Shift, effettuata miscelando 4 scatti catturati in rapida sequenza. Non è ancora chiaro che risoluzione nominale si riesca a raggiungere, ma è certo che si otterranno tutte le informazioni colore per ogni pixel (14 bit per ognuno), per cui aumenterà sicuramente la qualità, la gamma dinamica e la resa ad alti ISO. Non particolarmente entusiasmante il sistema AF da 33 punti, i quali sono in una rosa piuttosto ristretta sul centro del frame. 25 di questi sono a croce e quello centrale è sensibile fino a -3EV.
Interessante invece il metering da 86.000 pixel RGB, che aiuta anche l’AF nel riconoscimento delle scene e dei soggetti. Nella media bassa la raffica da 4,4 fps, che salgono a 6,5 in modalità APS-C. Direi sottotono il comparto video, con una cattura a 1080p fino ad un massimo di 30fps. Per quanto riguarda il corpo si segnala il mirino (pentaprisma) con 100% di copertura ed ingrandimento di 0,7x (da precisare che è riferito al Full Frame, confrontato su APS-C corrisponderebbe circa ad 1x). Originalissimo ma dall’utilità tutta da verificare lo schermo con doppio braccio a croce. Questo consente di inclinare e ruotare leggermente, ma rimane a mio dire limitato rispetto ad una articolazione laterale completa, che consente anche il ribaltamento.
Un nuovo stile di retroilluminazione
Curiosa decisione quella di inserire dei LED intorno al display, che dovrebbero sostituire la retroilluminazione dei tasti secondo Pentax. Inoltre ce n’è anche uno frontale che aiuta a cambiare obiettivo al buio. Molto valida la ghiera fisica per assegnare la modifica di un parametro a scelta della terza rotella. Si può usare ad esempio per ISO o compensazione di esposizione a seconda del metodo di scatto che si preferisce.
Oltre al Wi-Fi abbiamo anche il GPS e la bussola, che sono usati in combinazione con la stabilizzazione sul sensore per ottenere la funzione Astro Tracer, che consente di ridurre o eliminare l’effetto della rotazione terrestre nelle lunghe esposizioni, ottenendo stelle perfettamente puntiformi.
È presente un doppio slot per SD, micro USB, uscita micro HDMI e alimentazione, nonché entrata ed uscita audio per cuffie e microfono.
Dopo la lunghissima attesa forse ci si poteva aspettare qualcosa in più su alcuni fronti, ma se si considera il sensore in gioco, la qualità del corpo, le caratteristiche originali e l’utilissima stabilizzazione a 5 assi, non si può rimanere indifferenti alla K-1 ed al suo prezzo di listino di 1999€. Sarà disponibile da aprile ed è importante ricordare che vi sono già 12 obiettivi FA e DFA compatibili e che si possono usare anche quelli APS-C con un crop a 15MP.